lunedì 28 luglio 2014

LE 5 PIETRE MILIARI DELL'INTELLIGENZA EMOTIVA, POTENZIATE DAI PROGRMMI MINDFULNESS BASED


1. Self Awareness
How to increase awareness through practicing regular mindfulness techniques.
2. Self Regulation
A key outcome of the self awareness practices is the ability to effectively manage emotions and reactions when facing an emotional trigger.
3. Motivation
Uncovering personal values and ensuring we live in alignment with those to help cultivate a harmonious life.
4. Empathy
Learning to transform thinking from beyond concerns of self-oriented satisfaction into kindness and understanding of others and their experiences.
5. Social Skills
Communication methods to bring mindfulness into a supportive and effective context, rather than being reactive and fear based.

sabato 26 luglio 2014

FALSI MITI: LASCIARE FUORI DALLA PORTA DELL'UFFICIO LE EMOZIONI


E' una convinzione diffusa che quando si è al lavoro occorra lasciare a casa le emozioni, non gradite e fonte di imbarazzo per molti. 

Negli ultimi 20 anni però le ricerche in diversi ambiti (psicologia, neuroscienze, organizzazione, antropologia, sociologia, ...) ci hanno dimostrato che le emozioni - e soprattutto la capacità di percepirle, verbalizzarle e gestirle, nella relazione con se stessi e con gli altri - sono una fonte irrinunciabile di informazioni sull'ambiente, che impattano sui nostri pensieri e sulle nostre azioni anche al lavoro. Le emozioni sono una risposta adattiva all'ambiente e sono una componente fondamentale dei processi decisionali e di apprendimento.

I training Mindfulness based allenano la capacità di entrare in contatto e gestire le emozioni nostre e dei nostri interlocutori, sviluppando quella competenza distintiva che si chiama INTELLIGENZA EMOTIVA. Il dott. Richard Davidson, ricercatore dell'Università del Wisconsin ha dimostrato scientificamente la correlazione tra Mindfulness e cambiamenti nelle regioni del cervello collegate all'apprendimento, alla memoria e alla gestione delle emozioni.

martedì 15 luglio 2014

Ho letto qualcosa di interessante – N.4


Janice Marturano, autore di Finding the Space to Lead, Fondatrice e Direttore Esecutivo dell’Institute for Mindful Leadership, già Vice Presidente alla General Mills, Inc.

Il libro di cui parliamo, uscito nel 2014 e per ora disponibile solo in lingua inglese, è una guida molto chiara per lo sviluppo di una leadership basata sulla consapevolezza, fornisce strategie concrete non solo per diventare un “capo” migliore, ma per essere una persona migliore, più felice nell’integrazione tra vita lavorativa e vita privata, tra spazio individuale e spazio relazionale.
Executive di ogni parte del mondo hanno già seguito il training della Marturano descritto nel testo e ne hanno apprezzato pubblicamente i risultati.
“Mindful Leadership has transformed my life. As a corporate change agent my ability to understand myself and others better is crucial to bring about skillful and sustainable improvements” Andreas Metzen, senior vice president, DVB Bank SE
“At the World Economic Forum, I saw in person how Janice Marturano’s mindful leadership training could make a real difference in the lives of corporate leaders from around the globe” Arianna Huffington, president Huffington Post Media Group
“As someone who had no idea what mindfulness was, this made me a better leader, father, and husband by building the muscle of stayng focused on demand” Joe Ens, Vice President, General Mills

Come dice il titolo stesso del libro, una delle cose che fa la differenza in un leader mindful è la capacità di  “fare spazio”, uno spazio mentale ed emotivo che può svilupparsi attraverso le pratiche di mindfulness che ci aiutano a vedere, sentire e ascoltare attentamente, senza distrazioni e senza preferenze, ciò che è di fronte a noi così come ciò che è dentro di noi. Quando la mente è allenata a essere pienamente attenta e non giudicante, anche nel mezzo del caos, ci sarà lo spazio per effettuare scelte sagge e consapevoli piuttosto che impulsive e reattive.

“Mindful leadership practices and exercises had taught them to notice the strong pull to react, the mind’s propensity to narrow the focus when under stress, the dynamics of difficult conversations that can sometimes be resolved by reaching the lowest common denominator to gain agreement rather than the most skillful choice, and negative effects of information overload.”
Il mix di competenze tradizionali e di mindfulness diventa fondamentale per prendere decisioni difficili. Spesso infatti si tende, quando si è sotto pressione, a prendere decisioni importanti e urgenti, non solo sulla base di conoscenze tecniche e specialistiche ma sulla base di spinte emotive, per es. cercando di difendere il proprio ruolo, o mantenendosi coerenti con quanto già esplicitato precedentemente, piuttosto che evitando il giudizio (esterno ma anche e soprattutto interno), o ancora cercando di preservare un’idea di successo della cultura aziendale in cui ci muoviamo. Insomma, spesso non siamo liberi di prendere le decisioni migliori per motivi di cui siamo solo parzialmente consapevoli e che spesso agiamo pensando di non avere altra scelta.
La mindfulness ci insegna ad ampliare il nostro spazio di scelta, liberandoci da tanti automatismi che guidano la nostra vita, schemi mentali, cognitivi ed emotivi, che hanno poi degli specifici correlati corporei di sofferenza, spesso del tutto inconsapevoli. Ed comparire i disturbi del sonno, l’ipertensione arteriosa, i dolori articolari.

“The training also helped them choose to hold the ambiguity of “not knowing the answer” for a while, providing the quiet and spaciousness needed to see clearly and to respond”
Un altro cambiamento che si evidenzia in un mindful leder è la sua capacità di sostare nell’incertezza, nell’ambiguità che molte situazioni lavorative (oltre che di vita) ci presentano. Quante volte agiamo perché è troppo ansiogeno restare nel non sapere, nel non decidere, nel non avere le cose sotto controllo?
La mindfulness ci permette di guardare in faccia le nostre paure, le nostre ansie, le nostre fatiche e riconoscerle per quelle che sono, senza giudizio, con un atteggiamento accogliente. Questa attitudine ci consente di non essere attori inconsapevoli di tali emozioni, di fermarci prima che l’automatismo parta, riconoscendone i segnali, e solo in un secondo momento scegliere, avendo tutti gli elementi per decidere, non solo i dati di fatto esterni ma anche la chiara visione del nostro mondo interno.

“When you are mindful of this moment, you are present for your life and your experience just as it is …
            not as you hoped it would be,
            not as you expected it to be,
            not seeing more or less than what is here,
            not with judgments than can lead you to conditioned reaction
            … but for exactly what is here, as it unfolds, meeting each moment with equanimity.”
Spesso i nostri Top Manager hanno ricevuto una formazione eccellente e di avanguardia su molte aree di conoscenza, tranne che sulla conoscenza e la padronanza di sé. Quella conoscenza che va oltre l’immagine di noi stessi che ci siamo costruiti nel tempo e che spesso ci piace tanto mostrare agli altri. Una conoscenza sincera e profonda di tutte le nostre parti, quelle che amiamo e quelle che amiamo di meno che, con la mindfulness, possiamo permetterci di incontrare senza giudizio, lasciando che contribuiscano al nostro essere persona e quindi anche al nostro essere leader.
Questo ci rende autentici, integri, presenti a noi stessi e agli altri. In grado di interagire con le persone per quello che siamo e per quello che sono, cogliendo l’unicità di ogni interlocutore - collega o cliente che sia - liberi di mettersi pienamente in ascolto dell’altro senza sprecare energie nel difendere una facciata, nel rispondere a una aspettativa, nel tenere tutto sotto controllo, liberi di essere amati e apprezzati per ciò che si è, liberi di influenzare gli altri con il proprio personale stile di vita.

 “Is leadership presence a natural gift possessed by a special few, or can it be cultivated? …Thankfully we can. Leading with excellence, being fully present for what we do, and connecting with others – these are innate abilities we all possess … Mindful Leadership training can do just that.”

Così come ci è chiaro che per allenare il corpo a essere più forte e resistente abbiamo bisogno di esercizi costanti, allo stesso modo le ricerche ci dimostrano che con una regolare pratica di mindfulness la nostra mente diventerà più chiara, focalizzata e resiliente.

giovedì 10 luglio 2014

MINDFUL ORGANIZATION di VALERIA DEGIOVANNI. Nasce la pagina facebook per chi vuole portare la Mindfulness in azienda


I social network si stanno sempre più trasformando in strumenti di condivisione di informazioni e di iniziative anche di tipo professionale, sociale ed educativo. C’è un vasto pubblico che inizia a utilizzare i social network non tanto o non solo per esigenze personali ma per diffondere contenuti di valore etico e professionale. La tendenza a condividere esperienze, spunti di riflessione, iniziative di qualità coinvolge un pubblico sempre più vasto che include privati, aziende, enti e istituzioni. Da qualche tempo Valeria Degiovanni, psicologa e psicoterapeuta, istruttore senior di protocolli Mindfulness e consulente nell’ambito del benessere organizzativo, ha creato MindfulOrganization, una pagina Facebook dedicata a Mindfulness e Aziende, iniziativa che è al centro di questa intervista.

D: Come nasce l’idea di una pagina Facebook dedicata a mindfulness e aziende?
R: L’iniziativa riflette la mia storia e i miei interessi. Mi sono occupata per molti anni di consulenza aziendale nell’ambito dell’organizzazione, della formazione e della comunicazione. Ho lavorato per realtà italiane e multinazionali. Obiettivo degli interventi è sempre stato quello di promuovere benessere nelle persone e nei gruppi di lavoro, con una forte attenzione al ritorno di investimento per l’azienda. Investire nel benessere dei lavoratori ha infatti sia un ritorno sociale, nell’ottica dell’interconnessione tra il mondo aziendale e la società in senso lato, sia un ritorno economico, senza il quale l’impresa non potrebbe sussistere ed esercitare il suo importante ruolo per la società e per l’ambiente. Il mio interesse per le persone si è arricchito nel tempo di una competenza clinica e relazionale basata sui principi dell’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers, in cui mi sono specializzata e con cui ho lavorato nell’ambito di setting privati negli ultimi anni. Dal connubio tra la passione per le persone e per le aziende - come luoghi privilegiati di scambio, di crescita e di innovazione - ho incontrato la Mindfulness, di cui sono diventata prima di tutto praticante e poi istruttore, nell’ambito del Centro Italiano Studi Mindfulness. La Mindfulness è un modo di essere - aperti, accoglienti e attenti - e coltivarla significa accedere a una innata saggezza interiore che fa bene all’individuo così come al contesto in cui vive e lavora. Attraverso la pagina MindfulOrganization mi auguro di promuovere con successo la mindfulness presso le imprese e aprire un luogo di scambio e confronto con executive, manager, responsabili HR e professionisti interessati.

D: Una pagina Facebook quindi proposta come punto d’incontro tra imprese e mindfulness?
R: L’obiettivo è condividere i valori, i benefici, le conoscenze e le esperienze di Mindfulness con quante più persone possibile, specialmente nell’ambito di aziende, enti e istituzioni. Naturalmente modalità di scambio e relazione come quelle previste dai social network, necessitano poi di uno spazio di approfondimento “sul campo”. Direi quindi che la pagina è un momento iniziale di conoscenza e di condivisione di contenuti di qualità, originali e innovativi, da cui far partire scambi e interazioni proficue e a cui far seguire, per chi è interessato, momenti di incontro e di progettazione specifica, tarati sulle esigenze della singola realtà.

D: Ci sono diverse pagine, gruppi, comunità di mindfulness, ma nessuna per le aziende. Cosa ne pensi?
R: In effetti in Italia, pochissime sono le realtà che si sono mosse in questa direzione. Questo è stato uno dei motivi per cui ho pensato di creare una pagina nuova, MindfulOrganization, dedicata a chi coniuga l’interesse per la mindfulness con l’interesse per il mondo aziendale, con un occhio di riguardo agli aspetti psico-fisici del benessere organizzativo. Come dicevo, la mia storia professionale, abbastanza originale, coniuga aspetti clinici, organizzativi e di mindfulness che mi consentono di allargare lo sguardo al sistema di interazioni tra interessi economici, sociali e individuali del complesso e ricco mondo di persone che popolano e rendono vive le nostre aziende. Non ci sono ancora molti esempi di applicazione della mindfulness nelle aziende italiane, mentre ce ne sono di importanti all’estero (vedi per es. Google, Apple, Nike, McKinsey, Procter & Gamble, Deutsche Bank, Yahoo!). Creare un canale di informazione e di scambio in Italia, si è reso quindi necessario perché questi contenuti siano facilmente accessibili e “viaggino” con semplicità, raggiungendo tutti i destinatari, compresi i colleghi che operano in altre realtà con lo stesso obiettivo, nell’ottica di una apertura e collaborazione coerente con i valori di mindfulness che proponiamo.

Info e approfondimenti:
VALERIA DEGIOVANNI

www.facebook.com/mindfulorganization

domenica 6 luglio 2014

Gli incontri di MindfulOrganization. Valeria Degiovanni e Cinzia Franchi, TBWA\ITALIA


Martedì scorso ho avuto occasione di pranzare con Cinzia Franchi, la responsabile del progetto Mindfulness in TBWA/Italia, una delle più brillanti agenzie di comunicazione presenti sul territorio, ma anche una delle poche società italiane che hanno deciso di offrire ai propri dipendenti un programma di gestione dello stress e sviluppo dell’intelligenza emotiva basato sul programma MBSR (Mindfulness Stress Based Reduction) di Jon Kabat-Zinn e sul Search Inside Yourself di Chade Meng-Tan ( Google).

Cinzia in agenzia ricopre il ruolo di Client Service Director e coltiva da anni un interesse personale per le pratiche meditative, che ha sviluppato anche formandosi come Counselor Transpersonale alla scuola di Mindfulness Project e intraprendendo il percorso di formazione  di istruttore di protocolli MBSR con il Center for Mindfulness diretto da Jon Kabat-Zinn e Saki Santorelli.

La società ha saputo riconoscere il valore della proposta di un training di Mindfulness all'interno del percorso di formazione dei propri dipendenti e valorizzare la competenza distintiva  di Cinzia mettendola al servizio dell’azienda, in un’operazione a costo zero ma a grande valore aggiunto. E Cinzia ha raccolto la sfida. La sfida di proporsi in azienda con un ruolo differente, temporaneo, in cui ha dovuto confrontarsi con colleghi, collaboratori e responsabili in un modo nuovo, spogliandosi delle aspettative di ruolo e relazionandosi da persona a persona, incarnando i valori di autenticità e non giudizio su cui la Mindfulness si fonda.

Un aspetto altrettanto sorprendente è stato scoprire che un’analoga sfida è stata colta anche da un membro del Top Management aziendale, che ha deciso di aderire come partecipante al gruppo di formazione sperimentando, insieme a dipendenti di differenti ruoli, dipartimenti e livelli di anzianità aziendale, una modalità di essere semplicemente consapevole, momento dopo momento, di quello che accade nell’esperienza del qui e ora.

Il gruppo si è allenato pazientemente, e con un alto livello di impegno personale, a ritrovare prima di tutto l'ascolto delle percezioni e sensazioni fisiche, osservare i pensieri, le emozioni , dal momento del loro sorgere al momento del loro svanire. Accogliendole, senza preferenze, e riconoscendo le distrazioni, gli schemi mentali, l’impulsività. Esercitandosi a creare uno spazio tra il sentire e il fare, tra il pensare e l’agire, uno spazio di consapevolezza e di libertà.
Molto apprezzati sono stati i momenti di condivisione e ascolto, gli esercizi di  comunicazione empatica e il mindful yoga. Il percorso formativo si è strutturato in 7 incontri a cadenza settimanale con un intensivo di 6h svoltosi fuori dall’orario lavorativo (di sabato), concordandolo con i partecipanti in itinere.

Il progetto è partito in modo sperimentale, ed è stato accolto con entusiasmo, costringendo gli organizzatori a selezionare, anche sulla base di un criterio di riconoscimento,  un primo gruppo di persone a cui erogare il corso e rimandando a eventuali successive edizioni gli altri interessati.
Durante il nostro incontro Cinzia si è molto interessata al lavoro di MindfulOrganization  in particolare alla finalità per cui nasce ovvero il desiderio di sensibilizzare il mondo aziendale italiano sui benefici che derivano dall’offrire programmi di Mindfulness ai propri dipendenti a partire dal management - dando la sua disponibilità a contribuire allo scambio di conoscenza e al confronto nell’ottica di promuovere il benessere delle persone in ambito lavorativo e il benessere delle aziende nella comunità .


TBWA/Italia può dunque essere considerata una best practice di mindfulness in azienda nel nostro territorio. Auguro a Cinzia di proseguire questo lavoro con la stessa passione con cui l’ha iniziato.